Messico

Comunicato EZLN. Quinta parte: “Ahí va el golpe, joven”

Novembre 2023

P.S. DI AVVISO. – Stavamo per raccontarvi di cosa si tratta, ma leggere, vedere e ascoltare la sfilza di atrocità che gli “specialisti” di tutto e conoscitori di nulla dicono e scrivono (su presunti ritiri, smantellamenti, avanzate della criminalità organizzata e “ritorni al passato” – la maggioranza dovrebbero essere coletos [termine usato per indicare i meticci di San Cristóbal de las Casas – n.d.t.] -), abbiamo quindi deciso che era meglio lasciarli continuare a ruttare.

Con le loro approfondite analisi e fondate ricerche, gli zapatologi concludono: “Un esempio della sconfitta zapatista è la perdita dell’identità indigena: i giovani indigeni indossano ormai stivali da cowboy invece di camminare a piedi nudi o con i sandali. E per corteggiare le ragazze indossano pantaloni e camice nuovi – o stirati! – invece di indossare braghe di tela e comprare la loro moglie secondo gli usi e costumi indigeni. E vanno in motocicletta invece di portare sulla schiena i loro padroni coletos. Manca solo che le giovani donne indigene indossino pantaloni o che, orrore!, giochino a calcio e guidino veicoli, invece di servire le signore coletas. Osino persino ballare cumbia e ska invece del Bolonchon, e cantare rap e hiphop invece di salmi e odi ai latifondisti. E come ulteriore segno della perdita della loro identità indigena, che si arrivi all’assurdo che ci siano subcomandantes, comandantes e comandantas! E si governino da soli. E non chiedano il permesso di essere come vogliono loro. E viaggino e conoscano altre terre. E lavorino e si guadagnino la paga senza indebitarsi negli spacci del padrone. E non vengano tenuti in campi di concentramento, come a Gaza, in modo che non raccolgano idee “sinaloensi”, cioè straniere – beh, i mayo-yoreme di Sinaloa [gruppo indigeno del nord di Sinaloa – n.d.t.], sono solo per i narcocorrido -. Per colpa dello zapatismo noi antropologi non avremo più lavoro. Una vergogna. E tutto per non seguire l’avanguardia rivoluzionaria del proletariato o MORENA, è la stessa cosa. Grave errore dello zapatismo che non ci ha obbedito. Perché ormai gli indigeni non abbassano più lo sguardo quando li incontri. Ti guardano con irriverenza, con sfida, con rabbia, come se fossimo noi gli intrusi e non loro, come se fossimo noi i criminali e non loro. Prima lo facevano solo gli zapatisti, adesso qualunque “chamulita” ti tiene testa. E come dice il marxismo-leninismo-stalinismo-maoismo-trotskismo-tutti-ismi, ogni indigeno che non sia come nel manuale di antropologia è un narco”.

Siamo sicuri che, più tardi, quando si conoscerà tutto il senso di questa tappa, avranno un minimo di onestà per dire e pubblicare: “Non abbiamo la minima idea di quello che hanno fatto, di quello che fanno o di quello che faranno. La cosa migliore sarebbe stata chiedere agli zapatisti e non agli antizapatisti”. O non sono così onesti?

Dite a quei “giornalisti” che è sempre meglio, anche se più scomodo e senza compenso, intervistare gli attori, non gli spettatori, perditempo e paramilitari cialtroni. Il giornalismo investigativo è un lavoro professionale che spesso comporta rischi e disagi. Ma, non preoccupatevi, capiamo che ognuno cerca il sostentamento come può.

Dunque, come saluto agli “zapatologi”, proseguiamo con questi P.S. scritti con molto affetto:

P.S. DALLA CAPITANERIA DI PORTO DI MONTAGNA. – Avevamo preparato una serie di frasi intelligenti per prendere in giro la classe politica nel suo insieme (governo e opposizione), ma ora pensiamo che non abbia senso, visto che ogni gregge ha il suo pastore o ogni pastore ha il suo gregge. Oppure qualcuno crede ingenuamente che la questione sia tra due pastorelle?

Il nostro silenzio in questi anni non è stato, né è, un segno di rispetto o di approvazione di qualcosa, ma piuttosto lo sforzo di guardare oltre e cercare quello che tutti, tutte, todoas cercano: una via d’uscita dall’incubo. Man mano che apprenderete dagli scritti successivi cosa stiamo facendo, forse capirete che la nostra attenzione era altrove.

Ma comprendiamo che più di una persona soffra di quello che noi zapatisti chiamiamo “torcicollo teorico” causato dal guardare in alto e colpisce la capacità di giudizio, il buon senso, la decenza e l’onestà – oltre a creare dipendenza cronica -. Comprendiamo i limiti dei loro orizzonti di analisi. Una cosa è la scrivania, l’accademia, la rubrica giornalistica, il reportage giusto, la posizione nel governo, i pettegolezzi da caffè rivoluzionario o i social network, un’altra cosa è la realtà.

Quest’ultima non solo non paga, ma costa tantissimo. Anche Shakira l’ha detto: la realtà fattura, e non include l’IVA. È così.

Non faremo legna dagli alberi caduti là in alto. La realtà, implacabile testarda, farà la sua parte e le ultime schegge saranno quelle che raccoglierà il crimine organizzato dalle tangenti nei piani degli uni e gli altri.

Alcuni si masturbano con la mañanera [riferimento alla conferenza stampa mattutina del presidente Lopez Obrador – n.d.t.]. Altri con distruzioni, morti, omicidi, stupri, sparizioni, fame, guerre, malattie, dolore e tristezza. Nessuno di loro ha una proposta politica fattibile e seria, si limitano a intrattenere… fino a non mai.

Ma visto che parliamo di autoerotismo: potendo scegliere tra Bertha e Claudia, beh, Wendy.

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Bene, salute e adesso cosa faccio col mio costume per ballare i trap corrido? “Ehi amico, che ne dici di questo cappello?” … Cosa? Non va? Accidenti! È la perdita dell’identità indigena. Spero che gli antropologi arrivino presto a salvarci.

Dalle montagne del Sudest Messicano.

El Capitán

(bellissimo col suo cappello da cowboy. A ognuno il suo, gente! ¡Ajúa raza! [espressione il cui significato è qualcosa come Viva! – n.d.t.])

Messico, 40, 30, 20, 10 anni dopo.

P.S. “CONTESTUALE”. – Televisa è Televisa e gli antropologi sono antropologi: https://www.nmas.com.mx/noticieros/programas/en-punto/videos/ezln-cierra-caracoles-avance-crimen-organizado/

Tratto da Enlace Zapatista