Latinoamerica, Wallmapu

Un’altra morte. Chiediamo giustizia!

A sostegno delle comunità mapuche colpite da un nuovo episodio di violenza divulghiamo questa petizione presente su Change.org.

Ancora un’altra morte e adesso parlare di costernazione è poco.
Da giorni il recupero territoriale messo in atto dal Lof Quemquemtrew era accompagnato da un accampamento umanitario. La presenza di persone mapuche e non mapuche aveva la funzione di testimonianza e di cordone di sicurezza tra le forze di polizia e le persone impegnate nel recupero.
In conformità allo spirito di dialogo da sempre sostenuto dalla comunità, due giorni fa l’accampamento fu tolto dopo 52 giorni.

Ieri, 21 novembre, alle 15:30, i telefoni hanno iniziato a squillare con concitazione. Due persone non identificate sono entrate nel territorio, circondato da forze di polizia, con la scusa di andare a caccia. Quando i membri del lof hanno chiesto di andarsene perché lì non potevano cacciare, entrambi gli uomini hanno iniziato a sparare. Hanno fucilato con un tiro alla testa Elías Garay, 29 anni, e crivellato allo stomaco Gonzalo Cabrera, ora in fin di vita all’ospedale di El Bolsón.

Parlare di costernazione è poco. E ci restano aperti solo quesiti dolenti che dobbiamo iniziare a porci per uscire da questo stato di pericolosa abitudine all’assurdo.

Da quando non ci commuove che un giovane mapuche venga ucciso e ferito gravemente?

Da quando non ci sorprende e non ci preoccupa che due persone armate circolino nella campagna, superino un posto di blocco delle forze di sicurezza che impedisce il passo a chiunque e arrivino ad aprire il fuoco contro persone chiaramente disarmate?

Da quando ci sembra possibile che a El Bolsón, piccolo paese dove tutti si conoscono, civili  a cavallo e vestiti di gaucho inseguano con colpi d’arma da fuoco, coltelli e bastoni, chi manifesta la propria rabbia e sconforto davanti all’ospedale dove la persona ferita lotta per la propria vita?

A noi che sottoscriviamo, queste domande ci feriscono tanto quanto ci impegnano a pretendere che:
– Finiscano tutti i vari percorsi che sistematicamente alimentano la campagna d’odio contro appartenenti al popolo Mapuche-Tewelche, poiché ciò genera e legittima solo l’incremento delle violenze.
– Si ritengano responsabili i funzionari federali e provinciali preposti con la loro condotta, di non  impedire  qualsiasi forma di violenza “privatizzata” e di incoraggiare sistematiche molestie, pur rientrando nelle “regole d’ingaggio” delle forze di sicurezza.

– Siano finalmente  applicati in modo esauriente i diritti costituzionalmente riconosciuti ai popoli originari, onorando le forme di consulta e di consenso preventivo, libero e informato.

– Siano accertate le responsabilità  e puniti gli autori degli omicidi e delle molestie perpetrati.

Firmiamo questo appello perché sappiamo che tacere ci allontana sempre più da ottenere forme giuste di convivenza, prevedibili e pluralistiche.

Firmiamo questo perché guardare dall’altra parte è dare spazio e lasciare impuniti i mandanti morali e materiali di tanta ingiustizia e delirio.

 Firmiamo questo, perché ci rifiutiamo di accettare in silenzio l’idea che certe vite valgano meno o siano più sacrificabili di altre.

 

Petizione su Change.org
https://chng.it/C6FZrPM4