Campagna Dheisheh Resiste, Palestina

Nessunə è al sicuro. Attivistə e organizzazioni palestinesi sono costantemente nel mirino dell’occupazione israeliana.

Ph.ValeBelluno

Dopo il 7 ottobre sono aumentati in maniera esponenziale gli attacchi contro collettivi studenteschi, organizzazioni di volontariato, enti benefici palestinesi. L’obiettivo dell’esercito israeliano è quello di reprimere ogni forma associativa e impedire l’accesso ai servizi alle fasce più deboli della popolazione.

Il 15 gennaio l’esercito israeliano ha arrestato 25 studenti universitari di Nablus che stavano inscenando un sit-in nel campus dell’Università al-Najah per chiedere di prolungare i termini di pagamento delle tasse universitarie. È il primo caso di irruzione dell’esercito israeliano nel campus dell’Università al-Najah dal 1992.

Il 26 dicembre dello scorso anno, le forze israeliane hanno arrestato Khalida Jarrar, 60 anni, nota attivista contro l’occupazione israeliana, condannandola a sei mesi di detenzione amministrativa. Jarrar è stata membro del Consiglio legislativo fino a quando l’Autorità palestinese ha sciolto l’organo legislativo alla fine del 2018.

La notte tra il 13 e il 14 dicembre i militari israeliani hanno fatto irruzione all’interno del Freedom Theatre di Jenin, hanno arrestato i direttori e vandalizzato e saccheggiato la struttura. Il teatro rappresenta un simbolo di speranza per i residenti di Jenin fin dalla sua fondazione, ispirato dal lavoro pedagogico di Arna Mer-Khamis, un’attivista israeliana anti occupazione morta nel 1995.

Al momento nelle carceri israeliane si trovano 7000 prigioniere e prigionieri politici, detenuti in condizioni durissime e spesso sottoposti a tortura. Molti di loro sono sottoposti a detenzione amministrativa. Nessuno, nemmeno i legali e i diretti interessati possono conoscere le presunte accuse. L’ordine di carcerazione può inoltre essere prolungato a tempo indeterminato.

Tra loro c’è anche Khaled Seifi, direttore del Centro Culturale Ibdaa, un luogo di resistenza culturale, solidarietà, e organizzazione dal basso, punto di riferimento per le associazioni del campo e degli attivisti da tutto il mondo. “Teacher Khaled”, 70 anni, con seri problemi di salute, viene arrestato la notte del 17 gennaio e condannato a 4 mesi di detenzione amministrativa.

Poche settimane prima, i militari hanno assaltato il centro Ibdaa, danneggiando l’ingresso e la guest house, devastando mobili, computer, arredamenti, targhe commemorative e trofei delle associazioni sportive. L’esercito ha sottratto inoltre diversi server, le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e ha forzato la cassaforte del centro rubando l’intero incasso.

Dal 7 ottobre, oltre alla devastante carneficina sulla striscia di Gaza, in Cisgiordania è in corso una delle peggiori offensive israeliane degli ultimi decenni. Da Dheisheh, che già prima versava in condizioni difficili, ci arrivano solamente notizie drammatiche. La chiusura dei check point, l’espulsione dei lavoratori dai territori israeliani, la sospensione dei progetti umanitari hanno aggravato la crisi economica, sociale e umanitaria di uno dei campi profughi più popolosi della Cisgiordania. Sempre più famiglie si ritrovano in difficoltà a fare fronte alle proprie esigenze fondamentali. “Mentre Gaza viene devastata, qui ci stanno ammazzando nell’indifferenza di tutto il mondo”, è uno dei tanti messaggi che ci sono arrivati.

Nonostante la repressione, le associazioni del campo continuano a lavorare per fornire alimenti, medicine e altri beni di prima necessità alle famiglie più vulnerabili. Senza mezzi e finanziamenti, le organizzazioni popolari palestinesi possono contare solamente sulla solidarietà internazionalista dal basso.

Con la campagna DHEISHEH RESISTE continuiamo a supportare l’autorganizzazione degli abitanti del campo. DONA ORA su Produzioni dal Basso: https://sostieni.link/35244