Messico

Maestros, su lucha es nuestra lucha

di Christian Peverieri

Nella giornata di martedì 28 giugno si sono svolte a Venezia, Milano, Roma e Napoli manifestazioni di solidarietà con la lotta dei maestri messicani, colpiti nei giorni precedenti dalla feroce repressione dello stato messicano che ha portato all’uccisione di 12 maestri e al ferimento di centinaia di persone nel paesino di Nochixtlán.

I maestri sono in mobilitazione permanente da oltre un mese e hanno canalizzato tutta la forza dei movimenti messicani nella loro protesta.
imageDa più parti infatti è arrivata non solo la solidarietà ma anche il sostegno pratico alle manifestazioni e ai blocchi che continuano ad essere praticati in questi giorni, soprattutto negli stati di Oaxaca e del Chiapas dove ci sono le sezioni storicamente più attive della CNTE. Tra questi, l’EZLN e il movimento creatosi attorno agli studenti e ai genitori dei desaparecidos di Ayotzinapa.
A fronte di una situazione divenuta umanamente insostenibile anche qui in Italia abbiamo voluto solidarizzare con la lotta dei maestri.

A Venezia, l’associazione Ya Basta! Êdî Bese! assieme ai Centri Sociali del Nordest ha indetto un presidio sotto il consolato messicano che ha ottenuto di essere ricevuto dal delegato del console e di inviare in ambasciata a Roma il comunicato di protesta contro il governo messicano.

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Nel pomeriggio, stessa situazione è avvenuta a Milano dove gli attivisti sono stati ricevuti dal vice console e hanno consegnato il documento di #MexicoNosUrge, la piattaforma di attivisti, intellettuali e giornalisti che chiede giustizia per il Messico.
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Nel pomeriggio poi anche a Roma, c’è stato un presidio sotto l’ambasciata messicana lanciato tra gli altri dalla Rete Scuole Popolari di Roma e da Ya Basta Moltitudia in vista del flashmob del 4 luglio davanti al Ministero dell’istruzione.

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Infine, a Napoli durante la serata del Newroz Festival gli attivisti napoletani hanno esposto uno striscione di solidarietà con la lotta dei maestri.

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Se la lotta dei maestri non si arresta, non si arresta nemmeno la solidarietà internazionale e la denuncia degli abusi dei diritti umani perpetuata quotidianamente dal governo corrotto e criminale di Enrique Peña Nieto.