Messico

Giorno 3 Carovana El Sur Resiste – Zona Norte del Istmo.

La carovana si unisce in sostegno al presidio “Tierra y Libertad” contro il Corridoio Interoceanico.  

Al terzo giorno della carovana siamo arrivat3 dai compagni dell’UCIZONI (Unione delle Comunità Indigene della Zona Nord dell’Istmo), che la sera prima avevano predisposto l’accoglienza nel centro agro-ecologico Tierra Bonita per passare la notte e cenare. Al mattino, la carovana viene ricevuta dalle commissioni delle oltre 32 comunità Mixe che mantengono il presidio “Tierra y Liberdad” a Mogoñe Viejo, che da 60 giorni si oppone all’imposizione del Corredor Interoceánico.

Il presidio sta bloccando i lavori di ammodernamento di una linea ferroviaria che dovrebbe connettersi al Tren Maya e a un’intera rete ferroviaria che collegherà Canada, Stati Uniti e Messico. Hanno affrontato criminalizzazione, repressione e una forte campagna diffamatoria da parte del governo federale per aver difeso il proprio territorio e per aver ostacolato uno dei progetti di punta del governo di AMLO, che nel 2019 ha presentato questo megaprogetto con una lettera a Donald Trump per attirare gli investimenti e il sostegno degli Stati Uniti. Oltre agli attacchi del governo e delle forze armate, della guardia nazionale e della marina, hanno anche dovuto resistere alla violenza criminale dei gruppi di narcotrafficanti. Tra questi hanno denunciato le azioni repressive commesse dal gruppo criminale guidato da Tacho Canasta contro i membri della comunità di Santa Cruz Tagolaba e la repressione contro gli attivisti e le autorità locali di Ixhuatan. Ciò fa parte di una strategia utilizzata in tutto il Paese per disarticolare la difesa del territorio.

Di fronte a questo è stata sottolineata la necessità di tessere reti di solidarietà nazionale e internazionale in difesa della natura, delle comunità che la difendono e per confrontare il discorso dello Stato,  voce alla parola dei popoli, rivendicando la loro autodeterminazione.

La terra è di chi la lavora, di chi la difende,di chi la vive, di chi la calpesta, di chi ci cammina, di chi la ama e di chi la difende. Il diritto internazionale riconosce il diritto dei popoli indigeni all’autodeterminazione e questo implica il diritto di decidere cosa fare nei territori che abitano. 

Il compagno Carlos Beas ha ricordato come nel 1899 è nato il treno transistmico, quando la dittatura militare di Porfirio Díaz consegnò la concessione del progetto alla società inglese Pearsons and Son Co. Successivamente il progetto, inaugurato nel 1907, perse d’importanza con l’entrata in funzione del Canale di Panama.   Tuttavia, diversi governi, come quelli di Salinas e Fox, provarono a riproporre questo progetto di “sviluppo” e di modello neoliberale nei diversi governi successivi. È importante sottolineare che Carlos Beas è stato oggetto di minacce da parte di gruppi della criminalità organizzata, che perseguitano le autorità dell’ejido e i membri della comunità che partecipano al processo di organizzazione comunitaria.

Il progetto ferroviario di López Obrador propone un esproprio macroregionale. Non si tratta solo di costruire i binari, c’è un intero piano di espropriazione per la zona dell’Istmo: gasdotti e oleodotti, raffinerie, industrie manifatturiere, miniere e 10 parchi industriali.

López Obrador sta riuscendo a portare a compimento il più grande sogno di ogni neoliberista di cui i 32 Popoli Originari che abitano la parte settentrionale dell’Istmo sono stati il più grande incubo. “Da giugno 2019, fino a marzo 2023, si contano circa 69 mobilitazioni dei popoli per impedire i lavori e i danni causati da questi progetti. Il 3 febbraio 2023, 3 comunità si sono mobilitate insieme: Palomares, Movilización e Sabirera. In tutte e tre le mobilitazioni la risposta del governo della 4T alle nostre rivendicazioni è stata di farsi presente, attraverso la  Segreteria della Marina, cercando di intimidire le proteste”.  La denuncia dei compagni dell’UCIZONI si è poi soffermata sulle false consultazioni popolari e sul rifiuto di fornire informazioni sui progetti: i cittadini hanno sottolineato come le autorità federali non abbiano fornito informazioni sufficienti sul progetto, né sugli studi d’impatto ambientale, né informazioni in Mixe o Zoque, le lingue più parlate dagli abitanti. La divisione delle comunità attraverso progetti governativi selettivi ed elargizioni di fondi: gli abitanti di questa regione hanno menzionato il progetto Sembrando Vida e altri programmi della 4T che creano relazioni clientelari tra alcuni abitanti e il governo federale e statale. In altre zone dell’Istmo, la situazione si ripete; nella parte orientale della regione, sono stati identificati due omicidi di attivisti e difensori della comunità, e gli abitanti raccontano anche che persone del governo federale e statale hanno fatto pressioni sulle autorità tradizionali degli ejidos affinché accettassero ingenti somme di denaro in cambio della cessione di diritti sulla terra; le somme sono arrivate fino a un milione di pesos. Una cifra insignificante per le aziende. L’investimento che López Obrador ha annunciato nel 2018 per il solo Piano di sviluppo dell’Istmo di Tehuantepec è stato di 8 miliardi di pesos. Tuttavia, la domanda è: dove  finiscono questi 8 miliardi di pesos? Dove sono tutti i miliardi di pesos utilizzati per altri progetti come i parchi eolici e i gasdotti?

Alla fine della condivisione, si è svolta una marcia dall’accampamento all’autostrada per riprendere il cammino della carovana e proseguire verso Veracruz. 

Durante la giornata sono state commemorate la vita e la lotta di Betty Cariño e Jyri Yaakkola, assassinati il 27 aprile di 13 anni fa durante una carovana a sostegno della comunita autonoma di San Juan Copala, Oaxaca. L’organizzazione politica MULT ha teso un’imboscata alla carovana e da molti anni ha sfollato e ucciso la popolazione originaria della comunità, appartenente al popolo Triqui, per assicurarsi il controllo politico e del bilancio municipale. I quattro probabili responsabili sono stati rilasciati grazie a un patto tra l’organizzazione e il governo messicano, motivo per cui, a 13 anni da questa terribile data, si continua a chiedere giustizia per Betty e Jyri.  

Fonte: ¡ El Sur Resiste !