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Solidarietà alla comunità mapuche di Buenuleo aggredita

Nella mattinata di mercoledì 29 aprile la comunità mapuche di Buenuleo nei pressi di Bariloche è stata aggredita da un gruppo di sei persone guidate da Emilio Friedrich, colui che vanta i documenti di proprietà dei territori recuperati dalla comunità mapuche. L’aggressione ha provocato il ferimento da arma bianca di un membro della comunità. 

Bariloche: Un herido de arma blanca deja el ataque de la patota de Friedrich y Sanchez en la Comunidad…

Pubblicato da Wall Kintun Tv su Mercoledì 29 aprile 2020

Buenuleo è una comunità Mapuche che da sempre vive nei boschi e nelle valli nei dintorni di Bariloche, in piena Patagonia Argentina. Per raggiungerla bisogna affittare una jeep e percorrere diversi kilometri tra valli e boschi, bisogna guadare diversi fiumi e fiumiciattoli e dopo 2 ore di viaggio totalmente immersi nelle bellezze naturali di questa porzione di mondo, arrivi ad un piccolo spiazzo verde, una vallata fiorita dove subito noti il contrasto tra la natura selvaggia e incontaminata e le baracche dei coloni argentini con la terra bruciata per far posto ai pascoli. Sono tre o quattro fattorie malmesse costruite solo pochi anni fa e volute e incentivate dalle autorità locali e dagli speculatori immobiliari che, durante l’epoca del presidente Macrì, hanno comprato illegalmente questo territorio con l’intento di disboscare e costruire palazzi e ville.

Questo villaggio abusivo ospita dei “facilitatori” delle imprese interessate. Sono a tutti gli effetti dei sicari al soldo dei privati che hanno il compito di sorvegliare la zona e, ufficiosamente, di sgomberare la piccola comunità mapuche. Continuando ad inoltrarsi nella valle, a soli poche centinaia di metri dal villaggio abusivo dei coloni, si ritorna circondati dal verde e dalla natura e in lontananza, cullata dal vento, i colori accesi della bandiera dei popoli Mapuche indica chiaramente che siamo entrati nel Lof resistente di Buenuleo. Bisogna solo farsi identificare da un posto di blocco di militari argentini, giovani indios dalla faccia bonacciona e disinteressata che dopo qualche domanda ci lasciano passare.

Incontriamo così i veri abitanti di questo territorio. La comunità di Buenuleo è molto piccola, composta principalmente da una sola famiglia allargata fatta da più o meno 10 persone ma, mentre gli uomini lavorano e vivono in città e solo poche volte alla settimana ritornano al Lof, le vere protagoniste resistenti sono tre donne e un giovane bambino. Sono loro infatti che hanno deciso di rimanere e resistere contro le violenze e le provocazioni dei coloni sicari. Infatti sono numerose le denunce della comunità contro le minacce e le angherie che subiscono. Minacce di morte, violenze fisiche sono purtroppo all’ordine del giorno ma soprattutto la presenza del villaggio colonico, che di fatto controlla l’unica strada per raggiungere il Lof, impedisce ai solidali di portare solidarietà e materiale alimentare alle donne mapuche in lotta. Ieri la tensione è accresciuta ancora dopo che qualcuno di questi coloni ha attaccato la comunità distruggendo l’accampamento mapuche, bastonando e accoltellando un membro della comunità, ovviamente il tutto con la complicità dei militari e delle autorità. 

Le immagini che ci giungono sono sconcertanti e la sola indignazione non basta per descrivere la rabbia che proviamo di fronte alle ingiustizie di questo popolo. Martoriato, umiliato, denigrato e assassinato. Il popolo mapuche rappresenta la prima linea di difesa contro la prepotenza e l’arroganza del potere del capitalismo estrattivo e speculatore. I fatti di Buenuleo sono purtroppo solo uno dei tanti episodi quotidiani che le popolazioni originarie subiscono da troppo tempo. Non si tratta solo di autodifesa della propria terra, ma, così come abbiamo imparato da loro stessi durante l’accampamento climatico a cui abbiamo partecipato, dentro le battaglie di riappropriazione del popolo Mapuche coesiste l’idea della natura come bene comune, dell’ambiente come bene universale da proteggere e preservare contro la deforestazione e la speculazione. Il terricidio in atto è un abominio verso l’uomo e il mondo naturale e noi non smetteremo mai di denunciare questi episodi e di combattere lo stesso nemico che si palesa dal nord al sud del mondo.

Di seguito un’intervista ai membri della comunità che spiega il conflitto in corso.

Contro il fascismo, contro il razzismo e contro il capitalismo e i sui sicari

Contro il terricidio e il capitalismo estrattivo

Complici e solidali con i popoli in lotta

Un abbraccio fraterno alla comunità del Lof Buenuleo e ai Mapuche!