di Riccardo Bottazzo – Gli era stato appena consegnato il premio per il giornalismo d’inchiesta dedicato ad Anna Politkovskaja, proprio ieri sera al festival d’Internazionale in svolgimento a Ferrara. Questa mattina, il giornalista turco Can Dündar era atteso dagli studenti di Portomaggiore per spiegare loro perché è importante difendere la libertà di espressione. Ed invece ha dovuto fare le valige in fretta e furia, salire nell’auto di un amico e far ritorno di corsa in Germania. Il dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, ha risposto al conferimento del prestigioso premio dedicato ai giornalisti che si sono distinti nella lotta per la libertà di stampa e per i diritti civili, spiccando contro di lui un mandato di cattura internazionale. Restare in Italia, come insegna il caso Ocalan, poteva rivelarsi pericoloso. Il nostro Paese non è di quelli che sanno fare la voce grossa in campo internazionale per difendere i diritti dei perseguitati politici e c’era il forte rischio che fosse arrestato e consegnato alla polizia turca. Magari, per poi sentire i nostri governanti rimpallarsi le colpe già il giorno dopo.
Ma Dündar non se ne è andato senza prima aver registrato un video messaggio che è stato proiettato davanti ai giovani, comprensibilmente delusi per l’assenza del giornalista.
“Mi spiace di non poter essere con voi – ha spiegato amareggiato agli studenti -. Non per mia colpa ma a causa di inevitabili circostanze. Io sono solo un giornalista. Per un articolo che ho scritto mi hanno sparato, ho fatto tre mesi di galera e hanno tentato di uccidermi altre volte. Voi, che avete la fortuna di vivere in uno Stato democratico non potete immaginare i problemi di chi vive in Turchia. Anche il mio Paese, una volta, era democratico. Ma voi non date mai per scontata la democrazia. E la base di ogni democrazia è la libertà di stampa. Se la si perde, si perde la democrazia. Non perdete mai di vista i valori democratici, i diritti umani e la laicità. Questi sono i valori fondamentali della nostra cultura e non diamoli mai per scontati. Oggi purtroppo la democrazia è in pericolo dappertutto. In Turchia proprio non c’è, ma è a rischio anche negli Usa, in Germania, in Italia e in tutta Europa. Noi dobbiamo tenere duro, difendere quello che abbiamo e reagire per riprenderci la democrazia dove manca”.