Messico

Ayotzinapa, cartografia della violenza di stato

di Christian Peverieri

A quasi tre anni dai fatti di Iguala, la “verdad historica” è con le spalle al muro. Dopo le contro inchieste del GIEI, il Gruppo Interdisciplinario di Esperti Indipendenti della CIDH (la Comision Interamericana de Derechos Humanos) e dell’EAAF (Equipo Argentino de Antropologia Forenze), dopo le ripetute richieste del Mecanismo de Seguimiento alla procura di attenersi alle raccomandazioni del GIEI, arriva ora la piattaforma digitale interattiva del Forensic Architecture di Londra a ricostruire la lunga notte del 26 settembre 2014 e a smontare, una volta in più, le bugie del governo. 

L’agenzia investigativa Forensic Architecture con base a Goldsmiths, università di Londra, lavora a livello mondiale con organizzazioni e gruppi della società civile sulle violazioni dei diritti umani ed è composta da architetti, giornalisti e programmatori. Su invito dell’EAAF e del Centro de Derechos Humanos Miguel Agustin Pro Juarez, e basandosi sulle raccomandazioni del GIEI, sui tabulati telefonici, su foto, video e documenti, il Forensic Architecture ha disegnato una mappa interattiva che ricostruisce gli eventi che hanno portato alla scomparsa dei 43 studenti di Ayotzinapa. I punti chiave della piattaforma sono:

– Le diverse forze di polizia presenti nella scena (le polizie municipali di Iguala, Huitzuco e Cocula, la polizia ministeriale, la polizia federale e l’esercito) e i membri di organizzazioni criminali erano presenti durante quella notte: come autori o osservatori della violenza o ostruendo la giustizia.

– Ci sono stati, senza alcun dubbio, coordinamento, collusione e omissione: per esempio, un agente dell’intelligence militare è stato presente per quasi un’ora agli attacchi contro il gruppo di studenti che successivamente è stato fatto sparire forzatamente vicino al Palazzo di Giustizia di Iguala. La piattaforma dimostra inoltre che l’agente in questione era presente all’attacco e alla detenzione degli studenti che arrivarono nella scena con l’autobus Estrella Roja 3278, conosciuto anche come il “quinto autobus”.

– Lo stesso attacco vicino al Palazzo di Giustizia è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza esterne dell’edificio. Queste riprese sono state distrutte con la scusa di non essere importanti per il caso ma il Forensic Architecture ha ricostruito il campo visuale delle telecamere e ha dimostrato che avrebbero registrato i momenti in cui gli studenti dell’autobus Estrella de Oro 1531 sono stati fatti prigionieri, così come la direzione presa dalla polizia che li ha rapiti.

La piattaforma, mette un altro fondamentale tassello nella ricostruzione dei fatti che hanno portato alla sparizione forzata dei 43 studenti. Soprattutto dà l’ennesimo scacco matto alla ricostruzione ufficiale degli eventi, la famosa “verdad historica” ancora ritenuta valida dagli uffici della procura. Come ricordato dal Mecanismo de Seguimiento, in visita ad Ayotzinapa per la terza volta a fine agosto, continuare a ritenerla un’ipotesi valida è un elemento che allontana non solo dalla verità ma anche il comitato dei genitori dalle istituzioni. Il Mecanismo de Seguimiento, nel report seguente alla visita alla scuola, ha dichiarato che è urgente dare un’accelerata alle indagini perché, il dato principale a tre anni dagli eventi è che la sorte dei 43 studenti è tutt’ora sconosciuta. La nota prosegue poi elencando alcuni piccoli avanzamenti prodotti dalla PGR (Procura Generale della Repubblica), come la formazione di un’equipe di 90 persone dedicata esclusivamente al caso, l’utilizzo della tecnologia Lidar per le indagini sui telefoni dei ragazzi e il proseguimento delle indagini sul trasferimento di stupefacenti dal Messico agli Stati Uniti. Questi timidi avanzamenti si scontrano tuttavia con la realtà che vede la verità ancora ingabbiata dalle trame del potere.

È di pochi giorni fa infatti un’intervista a Tomas Zeron de Lucio, ex membro della Agencia de Investigacion Criminal sotto la PGR guidata da Murillo Karam. Tomas Zeron, che nel frattempo è stato promosso a Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale è l’autore della fabbricazione e manomissione delle prove nella discarica di Cocula dove sarebbero stati cremati i 43 giovani. Nell’intervista, ancora una volta difende il suo operato e rivendica la “verdad historica” come l’unica ipotesi per il caso. A queste dichiarazioni non sono seguite smentite o prese di posizione né da parte del presidente Enrique Peña Nieto, né da parte di altri rappresentanti istituzionali. La ragione di questo, secondo i genitori dei ragazzi scomparsi, è che Tomas Zeron è il principale responsabile delle bugie della cosiddetta “verdad historica“. Queste pesanti dichiarazioni danno il senso di quale sia in realtà la linea seguita dal governo: nascondere la verità.

Agli occhi attenti di chi vuol vedere oramai non può più sfuggire la responsabilità dello stato nei fatti e il sempre più goffo tentativo di nascondere ciò che è successo. La giustizia, purtroppo è risaputo, non è una questione di imparzialità ma di potere e solo un contropotere forte, consapevole, autorevole e moltitudinario può contrapporsi al potere dei los de arriba, il potere della violenza, delle armi, della morte. La partita si gioca su questo piano. Fortunatamente, in questi tre anni il comitato dei genitori di Ayotzinapa ha dimostrato forza, integrità, dignità e capacità di far nascere un ampio movimento di solidarietà internazionale che può davvero riuscire a rovesciare la situazione e costringere i criminali là in alto ad arrendersi e ad ammettere le proprie responsabilità. 

Sta a tutti noi, dal Messico al resto del mondo, dare la spallata finale a questo sistema di violenza, omertà e ingiustizia. Mantenendo alta l’attenzione sul caso, denunciando le sempre più evidenti responsabilità dello stato nel caso, facendo pressione, come sicuramente faranno i genitori il 26 settembre per il terzo anniversario della scomparsa dei loro figli. Per la verità e la giustizia. Ma soprattutto per quei 43 ragazzi colpevoli solamente di voler crescere in un Messico più giusto.