Messico

Messico e Zapatismo, sin bajar la mirada

La rebeldía zapatista a oltre 20 anni dall’insurrezione, tra resistenza all’idra capitalista e costruzione dell’autonomia.

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Gli ultimi vent’anni di movimento sono stati indiscutibilmente segnati dall’avvento sulla scena politica messicana e internazionale degli zapatisti. Il loro ¡YA BASTA! con cui sono insorti l’alba del 1 gennaio 1994 (giorno dell’entrata in vigore del NAFTA, il trattato di libero commercio tra Messico e Nord America), ha fatto tremare la terra.

Sono trascorsi oltre vent’anni da quella data storica, anni in cui gli zapatisti non solo hanno resistito agli attacchi politici e militari del malgoverno messicano, ma sono riusciti anche a costruire e a difendere dei percorsi di autonomia e indipendenza reali.

Il 14 ottobre 2016, dalle terre indigene e ribelli è arrivato un altro boato, forse meno ascoltato ma sicuramente altrettanto importante:  QUE RETIEMBLE EN SUS CENTROS LA TIERRA è il grido pieno di coraggio e forza con cui gli zapatisti sfidano il mostro, quell’Idra capitalista che sta riducendo in fin di vita non solo i popoli originari del Messico ma tutta l’umanità.

E la sfida questa volta non è imbracciare il fucile ma partecipare, assieme al Congreso Nacional Indigena alle elezioni presidenziali del 2018 con una donna indigena, ossia colei che nel Messico ultra capitalista e machista rappresenta il dolore e le violenze di genere subite ma anche il coraggio e la tenacia di chi lotta e non si arrende.

Può sembrare un passo indietro, può sembrare una scelta assurda e incoerente, può sembrare un tradimento degli ideali rivoluzionari ma non è niente di tutto ciò.

È un passaggio, è una tappa fondamentale nella costruzione dell’autonomia, è il tentativo indigeno di organizzare dal basso un percorso altro, fuori dai canoni e dalla politica ufficiale, quella de arriba, quella che guarda in basso solo quando ha bisogno di voti.

Se sul piano politico questi sono i passi intrapresi dagli zapatisti, sul piano dell’autonomia reale gli ultimi due Festival, il CompArte e il ConCiencias, danno la misura del cambiamento e degli sforzi degli zapatisti di costruire non solo l’autonomia ma anche il sapere condiviso all’interno delle comunità ribelli. Le Arti e le (Co)Scienze hanno un ruolo fondamentale in questo cammino altro che aspira a costruire l’alternativa al neoliberismo.

Di questo camminar domandando parleremo venerdì 27 al Centro Sociale Rivolta di Marghera con una serata dedicata interamente allo zapatismo.

Di seguito il programma:

ore 18 | Presentazione del libro INDIOS SENZA RE. Conversazioni con gli zapatisti su autonomia e resistenza di e con Orsetta Bellani, giornalista freelance e curatrice del blog SobreAmericaLatina.

Indios senza re ha il merito di raccontare il percorso di resistenza zapatista a prescindere da Marcos. Certo, il subcomandante ha avuto ed ha tuttora un ruolo fondamentale (oggi nelle vesti di Galeano) nel saper guidare la rivoluzione indigena che però si caratterizza per i suoi tratti libertari. Del resto, proprio Marcos, fin dall’inizio, aveva messo in guardia la stessa sinistra rivoluzionaria dal culto dell’individuo, “non più necessario in un movimento che crede nel potere dal basso e nel comandare ubbidendo, e la cui dirigenza non è più meticcia ma indigena”.

ore 19 | Racconti e immagini dal Festival ConCiencias por la Humanidad con Andrea Cegna, giornalista, attivista e curatore del blog 20zln.

“Per noi, zapatiste e zapatisti, oggi è iniziato il nostro lungo cammino, alla ricerca di quelle altre e quegli altri con cui pensiamo di avere la grande responsabilità di difendere e salvare il mondo in cui viviamo, arti e artisti, scienze e scienziati e popoli originari con coloro che stanno in basso nel mondo intero.”

ore 20.30 | Cena sociale offerta dall’Osteria del Rivolta per il progetto ¡Que corra la Voz! a sostegno delle radio comunitarie del Caracol de La Realidad.

(per la cena è gradita la prenotazione, il costo è di € 15 a persona, per prenotarsi contattare il 3409653289).

A seguire DJ-Set