Latinoamerica

Lo Stato e il modello estrattivista sono i responsabili dell’uccisione di Berta

Intervista a Tomás Gómez, coordinatore  provvisorio del Copinh –

La Esperanza/Intibucá, 12 settembre (Rel-UITA | LINyM) -. Lo scorso 2 settembre, in diverse città nel mondo, sono risuonate nuovamente voci di protesta contro il silenzio complice delle autorità honduregne e il velo di impunità che, a distanza di sei mesi, copre il brutale assassinio della dirigente indigena Berta Cáceres Flores.

A La Esperanza, Intibucá, centinaia di indigeni Lenca convocati dal Copinh (Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras ) si sono mobilitati insieme ai familiari della militante uccisa e a membri della popolazione garifuna legati alla Ofraneh (Organizzazione fraterna negra honduregna). Hanno chiesto giustizia per Berta Cáceres, che si catturino e puniscano i responsabili materiali e i mandanti del crimine e che cessi d’immediato la criminalizzazione della lotta contro il modello estrattivista e il saccheggio dei beni comuni.

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A questo proposito, lo scorso 8 settembre è stato arrestato quello che sembrerebbe il sesto implicato nell’omicidio dell’attivista. Elvin Rápalo Orellana è stato arrestato nel municipio di Zacapa e sarebbe la persona che ha sparato contro l’ambientalista messicano Gustavo Castro, unico testimone dell’omicidio. Sia il Copinh che la famiglia della Cáceres assicurano che l’arresto di queste 6 persone non chiarisce in nessun modo chi siano i mandanti del crimine.

Tomás Gómez Membreño è il coordinatore provvisorio del Copinh (il prossimo anno si svolgeranno le elezioni interne). Sei mesi fa ha dovuto assumere questo incarico e cominciare a lavorare incessantemente per trasformare il dolore, la frustrazione e l’ira della popolazione in forza creativa e propositiva.

La Rel e la LINyM lo hanno intervistato.

– Che cosa hanno significato questi sei mesi di indignazione e lotta contro l’impunità?

– Sono stati mesi difficili e l’assassinio della nostra coordinatrice è rimasto impunito. Lo Stato dell’Honduras continua a negare l’accesso alle informazioni e tutto è secretato. Si è anche accentuata la criminalizzazione della nostra organizzazione e delle comunità Lenca in lotta come, per esempio, quelle di Río Blanco che si oppongono al progetto idroelettrico “Agua Zarca” dell’impresa Desarrollos Energéticos SA (Desa).

Abbiamo denunciato la campagna mediatica contro il Copinh lanciata dai media legati al potere e abbiamo continuato a esigere il compimento dei 5 punti della nostra agenda che sono la creazione di una commissione di investigazione indipendente e imparziale, la chiusura immediata e definitiva di “Agua Zarca” e la cancellazione delle 50 concessioni idroelettriche date in territorio Lenca. Chiediamo anche la smilitarizzazione dei nostri territori, la deroga della nuova Legge sulle miniere e la fine di ogni finanziamento nazionale o straniero di progetti di morte che sono parte del modello economico predatorio messo in atto.

Alle autorità non interessa indagare sull’omicidio di Berta, né trovare i veri responsabili degli omicidi di altri compagni del Copinh. Nonostante le difficoltà e il vuoto lasciato dalla nostra compagna, continueremo la lotta fino alle estreme conseguenze portando avanti l’organizzazione delle comunità, la formazione dei suoi membri e il rafforzamento della lotta contro questo modello economico.

– Sia il Copinh che la famiglia di Berta continuano la denuncia di quello che è stato un crimine di Stato. Che cosa vuol dire?

– E’ stato un crimine di Stato perché le istituzioni hanno minacciato, perseguito e criminalizzato Berta, e perché non hanno fatto niente per evitare il suo omicidio anzi, hanno cercato di dare la responsabilità al Copinh per questo. Inoltre è stato un crimine conseguenza del modello estrattivista promosso con forza dal governo del nostro paese. Un modello neoliberista, patriarcale e razzista che saccheggia le risorse, devasta il territorio, criminalizza e uccide coloro che lottano in difesa della vita.

In Honduras attentare contro gli interessi economici del capitale nazionale e transnazionale è un delitto che si paga con la vita. E’ evidente che Berta è stata uccisa per reprimere la lotta contro il progetto “Agua Zarca” e per mettere fine al Copinh  e ai suoi 23 anni di resistenza.

– C’è un forte dibattito sulla regolamentazione del diritto alla Consultazione preventiva, libera e informata stabilito nella Convenzione 169 della OIL (Organizzazione internazionale del lavoro). Qual è la posizione del Copinh?

– Rifiutiamo assolutamente la Legge di consultazione preventiva, libera e informata che lo Stato, con l’appoggio del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNPD), vuole imporre. Questa legge, infatti, non tiene in considerazione le popolazioni nelle fasi di elaborazione e discussione, ma lascia la decisione finale nelle mani dello Stato tramite la Dinafroh (Direzione delle popolazioni indigene e afro honduregne), rendendo nulle le premesse fondamentali della ‘Consultazione Libera’.

Al momento ci sono quattro proposte una delle quali è quella che l’Odhpinh (Osservatorio dei diritti umani dei popoli indigeni) ha presentato a marzo al Congresso Nazionale. Questa proposta è stata elaborata dalle comunità secondo la cosmovisione delle popolazioni indigene e nere. La stessa Berta ha partecipato attivamente all’elaborazione del testo di questa proposta di legge che stiamo sostenendo.

– In che cosa si è sentita di più la mancanza di Berta in questi sei mesi e come si sta preparando il Copinh alle lotte future?

– Berta ci è mancata un po’ in tutto, è stata assassinata mentre stavamo lavorando sul nostro piano quinquennale che abbiamo dovuto ridisegnare. A noi adesso tocca assumere il suo mandato e vigilare sul tema dell’integrità della proposta. Stiamo avanzando poco a poco, superando crisi e difficoltà, per continuare ad attaccare e indebolire il sistema liberista che ci sta opprimendo.

– C’è un grande apporto dalla solidarietà.

– La solidarietà nei confronti del Copinh e della famiglia di Berta è enorme, ed è un fattore fondamentale che ci permette di continuare a denunciare quello che sta succedendo. Siamo infinitamente grati a tutte le organizzazioni e ai singoli che continuano a sostenerci e a lottare al nostro fianco.

 

Traduzione: Federica Comelli

Testo originale: LINyM y Rel-UITA